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al testo di Gil
Eri il mio viaggio
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Eri il mio viaggio, la liturgia dell'alba, il principio di ogni passo nei ritorni di luce, baci sulle iridi nel sortilegio dei tuoi incanti. Ogni ora trasfigurava il limite del tempo in un infinito orizzonte di origini. Eri il mio altrove in in luogo di carne e un cielo di parole, a bordo dell'indicibile e io il tocco di uno sguardo ferito dai tuoi sortilegi di luce di fronte al gemito di una distanza di abbracci impossibili tra i fiati e i corpi in un frammento perduto del nostro universo d'amore.
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